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In arrivo la riforma del condominio

Il 18 giugno 2013 entrerà in vigore la riforma del condominio. Una nuova figura dell’amministratore professionista, la gestione contabile più trasparente e una riduzione delle maggioranze necessarie per le delibere: queste sono tra le novità più importanti della riforma.
La figura dell’amministratore professionista dovrà avere come requisiti necessari: professionalità, il diploma di scuola superiore e uno specifico corso di formazione. Per i palazzi dove sono presenti oltre otto proprietari l’amministratore non potrà essere condomino, mentre nei condomini più piccoli il ruolo dell’amministratore potrà essere affidato ad uno degli inquilini, che avrà un mandato annuale che potrà essere rinnovato per l’anno successivo. Il ruolo di amministratore potrà essere revocato in qualsiasi momento, in caso di gravi inadempienze o quando i condomini lo riterranno opportuno. Inoltre l’amministratore non potrà avere deleghe dai condomini per la votazione in assemblea.
La gestione contabile diventerà più trasparente, perché ogni condominio dovrà avere un conto corrente condominiale sul quale dovranno transitare tutte le operazioni di gestione. Si potrà creare un comodo sito internet dedicato a tutte le spese, sul quale dovranno essere pubblicati i documenti di gestione in modo da poter essere consultati in qualsiasi momento dagli inquilini. In questo modo anche l’amministratore non si troverà più ad avere centinaia di carte da spedire, evitando così spiacevoli inconvenienti. L’apertura del conto sarà obbligatoria: se non viene effettuata costituirà giusta causa per la revoca dell’amministratore.
Novità anche per quel che riguarda la morosità: se protratta per oltre sei mesi dalla chiusura del bilancio, l’amministratore sarà obbligato a richiedere un decreto ingiuntivo, ed i fornitori del servizio potranno avere il nominativo del condomino che non ha pagato. Per evitare queste situazioni scomode, la riforma impone la creazione di un fondo cassa per il pagamento, nel caso di lavori di importi rilevanti. I lavori non potranno essere avviati fino a quando tutti i condomini non avranno versato la quota richiesta.
La riforma prevede inoltre le maggioranze ridotte: sarà possibile approvare la gran parte delle delibere necessarie per l’ammodernamento del condominio con la maggioranza semplice, quindi il sì della maggioranza che sarà presente durante l’assemblea e almeno 500 millesimi. Viene ridotto al minimo l’insieme degli interventi per i quali occorre la maggioranza qualificata. Dunque la maggioranza semplice sarà sufficiente per interventi come: eliminare le barriere architettoniche; contenere il consumo energetico; realizzare parcheggi; interventi che consentono la produzione di energia mediante l’utilizzo di impianti di cogenerazione, fonti eliche, solari o rinnovabili.
Si potranno utilizzare gli spazi comuni per dotarsi dei nuovi impianti: in questo caso però, sarà facoltà dell’assemblea bloccare gli interventi a maggioranza qualificata.