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Inquinamento indoor: l'Italia necessita di quadro normativo

Fornire un quadro di riferimento nazionale sull’inquinamento indoor, pianificare metodologie per rilevare i principali inquinanti, adeguare l’Italia agli standard comunitari sull’esposizione della popolazione ad agenti chimici e biologici all’interno degli ambienti. Sono questi gli obiettivi del Gruppo di studio nazionale “Inquinamento indoor” dell’Istituto Superiore della Sanità, che ha fatto il punto durante il workshop del 28 maggio dal titolo “La qualità dell’aria indoor: attuale situazione nazionale e comunitaria”. Il Gruppo di Studio, ormai da diversi anni, sta lavorando per accrescere le conoscenze scientifiche per la messa a punto di strategie di controllo degli ambienti di vita, e si è occupato soprattutto di sviluppare strategie di monitoraggio sui composti organici volatili in ambiente indoor e sull’inquinamento di origine biologica dell’aria. Ha svolto, inoltre, un’analisi critica delle attuali conoscenze sulla presenza di CO2 e H2S in ambienti indoor - residenziali e si occupa dell’adeguamento normativo dell’Italia agli standard europei. In tempi più recenti sta inoltre valutando strategie di monitoraggio del materiale particellare e della sua caratterizzazione chimica, di fibre e amianto, dei processi di combustione in ambienti di vita e sta studiando l’influenza dei parametri microclimatici sull’inquinamento indoor. In Italia attualmente non esiste una normativa di riferimento per gli ambienti indoor, e le maggiori informazioni relative ad alcuni valori guida o di riferimento da utilizzare per un primo confronto sono quelle che possono essere reperite nella letteratura scientifica o nella normativa di altri Paesi europei o quelli elaborati dall’OMS. Pertanto, è ormai maturo adeguare il quadro normativo italiano di riferimento con l’emanazione di specifiche linee guida nazionale. L’obiettivo è quello di avere indicazioni che possano costituire un punto di riferimento omogeneo per tutti gli operatori presenti sul territorio nazionale (tempi e procedure da utilizzare, limiti o standard da adottare) che si trovano chiamati a rispondere sul tema dell’inquinamento in ambienti di vita. Nell’ultimo decennio, infatti, il tema della qualità dell’aria indoor (scuole, uffici pubblici e privati, abitazioni, ambienti di vita collettiva, mezzi di trasporto pubblici e privati, ambienti di ristorazione, cinema, teatri, banche, biblioteche, piscine) ha avuto sempre più risonanza sia per gli aspetti di natura economica (politiche di efficienza energetica) che per quelli di natura igienico-sanitaria.­ Come spiega Sergio Fuselli, coordinatore del Gruppo di studio, “è molto importante mantenere la periodicità di tali incontri con la comunità scientifica ed operatori del settore sanitario al fine di mantenere l’attenzione sulla tematica fornendo strumenti di carattere tecnico-scientifici che possano contribuire ad adeguare il quadro normativo nazionale a quello di altri Paesi europei che da tempo hanno già introdotto le indicazioni elaborate dall’OMS sul tema”.

Fonte: Italia Casa